Scrivere File su DNA

Finalmente ci siamo…la svolta definitiva è dietro l’angolo…

Scrivere File su DNA

Dopo molteplici tentativi, una coppia di ricercatori della Columbia University e della New York Genome Center, sono riusciti nel loro intento e cioè riuscire a memorizzare file su un filamento di DNA.

Attualmente si discute molto di come poter immagazzinare quanti più dati possibili in un dispositivo cosi da abbassare notevolmente tutti i vari problemi come costi, grandezza e manutenzione.

Con questa scoperta si abbattono notevolmente tutti i costi di immagazzinamento dei dati e di spazio per il relativo dispositivo infatti i due scienziati, hanno fatto notare che un hard disk da 1 Terabyte pesa all’incirca 150 grammi mentre in un grammo di DNA si riuscirebbero a immagazzinare fino a 215 mila dati in più.

Sono del parere che adesso siamo solo all’inizio infatti il processo risulta ancora molto lungo (circa 21 ore per il primo esperimento) e quindi dovremmo aspettare quando sarà possibile avere alla nostra portata una tecnologia così avanzata, anche se, sicuramente non mancheranno le solite problematiche del caso perché interagire con il DNA avvicinerà non solo persone che vogliano progredire con la tecnologia ma anche persone che sicuramente vorranno lucrarci sopra.

Ma non divaghiamoci su pensieri che potrebbero scatenare l’ira di molteplici persone e vediamo un po’ in sostanza cosa sono riusciti a fare i nostri scienziati.

   Come funziona la cosa…

La prima cosa da capire è come funziona e come è strutturato il DNA, in giro sul web ci sono innumerevoli fonti che parlano di esso, io vi consiglio di visualizzare questo video per avere una giusta infarinatura dell’argomento. Clicca Qui.

Ora passiamo al solido e cioè cosa hanno fatto in pratica i due scienziati.

Per rendere tutto ciò possibile serviva un modello o un linguaggio che renda in primis possibile la lettura del filamento del DNA e poi la scrittura dei file scelti su di esso.

Quindi il ragionamento da fare era questo in termini un po’ più fini, bisognava trovare un procedimento che rendesse possibile la scrittura del linguaggio macchina (binary code formato da 0 e 1) su una sequenza genetica (formata da A, C, G e T) e viceversa.

Cosa sono riusciti a fare per adesso?

In un primo esperimento sono riusciti a immagazzinare su DNA sei file:

  1. Un Film Francese
  2. Una gift card di Amazon da 50 dollari
  3. Una targa Pioneer
  4. Un virus informatico
  5. Uno studio informativo del 1948
  6. Un Sistema Operativo

Per rendere tutto ciò possibile hanno per prima cosa compresso i file e li hanno poi suddivisi in pacchetti binari di piccola dimensione. Poi grazie ad un algoritmo hanno realizzato una serie di “goccioline” e una volta aver assegnato ad esse una serie definita di 0 e 1 hanno poi associato ogni gocciolina alle quattro basi che formano il DNA. Una volta fatta l’associazione ad ogni goccia è stato assegnato un codice a barre così da poter aiutare in futuro la decripta della goccia.

Una volta finito tutto e atteso una settimana è stato ripetuto l’esperimento ma con moto inverso, e con grande orgoglio sono stati riusciti a recuperare tutti i dati scritti senza alcun errore.

Quindi è stato reso possibile trasformare dati digitali in dati biologici.

In conclusione posso affermare che secondo me questa tecnologia aprirà innumerevoli strade a ulteriori infinite vie di scoperta.

Le domande che mi pongo ora sono molteplici…

Sarà possibile leggere i dati dal DNA di una malattia genetica così forse da riuscire a trovare una cura definitiva a tante malattie?

Sarà possibile un giorno salvare, che ne so, i nostri ricordi che vengono assimilati da alcune cellule che poi finiscono nel dimenticatoio cerebrale?

Si riuscirà a porre fine all’inquinamento prodotto dai detriti dei dispositivi di immagazzinamento dati?

Ci pensate a RAM biologiche?

   Chiudo il discorso con una frase usata nel lontano Luglio 1969 da Neil Armstrong:

“Un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”.

Mi raccomando scrivete nei commenti le vostre impressioni.

 

Fonti:

   Blog Nature

1 Commento

  1. Ultimamente si sono fatti passi da giganti, speriamo che questa scoperta aiuti a trovare prima una soluzione per curare malattie ancora incurabili.

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